Live Vasto (CH) / Via Adriatica
di Giovanni Sottosanti
Se la sera precedente guardi sul tablet per la milionesima volta Bruce che consegna a imperitura memoria una Thunder Road stellare nella notte del No Nukes, epifania visiva per tanti di noi con l`uomo del New Jersey grazie a Mr. Fantasy e se quella successiva, di sera, sei nella deliziosa cornice di Vasto con l`amico Paolo Golini per il concerto di Graziano Romani Soul Crusader Again the songs of Bruce Springsteen, allora è sicuro che c`è un filo logico a tenere unito il percorso di emozioni musicali che arrivano dritte al cuore.
Il trait d`union stasera fa rima con un nome e cognome ben precisi, Bruce Springsteen, ma anche con Graziano Romani, da anni in assoluto il miglior interprete in Italia del songbook springsteeniano. Una carriera che da metà anni `80 ha percorso con convinzione, competenza, sincerità e fierezza le backstreets della musica blue collar rock, soul e r&b made in Reggio Emilia, prima attraverso i mitici Rocking Chairs, poi attraverso una carriera solista piena di perle preziose. Un ponte ideale e sentimentale ad unire Casalgrande ad Asbury Park e, sedici anni dopo il primo Soul Crusader, sentito e splendido tributo al padrone di casa in quel di Freehold, il doveroso e atteso secondo capitolo con Soul Crusader Again, da alcuni mesi finalmente in circolazione.
L`ennesima conferma della classe e del carisma di Graziano, capace di far propri e di far risplendere un pugno di brani assolutamente non convenzionali e scontati, se vogliamo anche secondari, nella sconfinata produzione di Bruce. Dopo l`apertura affidata alle ballate fumose, alcoliche, rauche e notturne dello svedese Richard Lindgren accompagnato al piano da Riccardo Maccabruni, di fronte al panorama mozzafiato di Vasto e del sul mare, Graziano e la band, Max Grizzly Marmiroli al sax e tastiere, Lele Cavalli al basso, Follon Brown alla chitarra e Nick Bertolani alla batteria, aprono il loro Club Soul City, un set torrido e incendiario in cui trova spazio il Bruce più soul, r&b e balladeer.
Hold On (To What You Got) e la sopra citata Club Soul City furono generosamente donate a Gary US Bonds per il suo secondo capitolo di marca E Street Band, lo splendido On The Line del 1982. La voce di Graziano è il veicolo più naturale per ridisegnare i confini di questi splendidi pezzi in cui il sound di Asbury Park abbraccia il soul e il r&b più neri che mai. Streets Of Fire non ha bisogno di presentazione, così come The Promise, Factory e Drive All Night, ballate uniche ed epocali, in cui comunque Graziano riesce a lasciare il proprio segno indelebile, anche le stelle nel cielo di Vasto partecipano inconsapevoli alla splendida coreografia Tonight there`s fallen angels and they`re waiting for us down in the street. Forse neanche Bruce si ricorda Man At The Top, Graziano ci rinfresca la memoria e la band lo segue alla perfezione, viaggiando sicura su territori conosciuti e ben collaudati, il sax di Max arriva dritto da un bootleg del 75, il basso di Lele pulsa al ritmo del nostro cuore, chitarra e batteria sono precise e ficcanti.
Fire e The Fever sono una bella doppietta con cui Graziano incendia i cuori e scuote la piazza, nel frattempo riempitasi di tanti spettatori anche occasionali, ma decisamente entusiasti e partecipi. Lion`s Den è un altro pezzo dal tiro micidiale ed assassino, direttamente dal terzo disco di Tracks. Arriva troppo presto il momento di chiudere, si è fatto tardi e non può esserci saluto migliore di una No Surrender in chiave folk roots rock. Blood brothers on a stormy night, ci riportiamo a casa un`altra serata in cui cuore e passione sono andati perfettamente a braccetto, un tributo caldo, passionale, generoso e doverosamente rispettoso nei confronti di chi, inevitabilmente, ha cambiato le nostre vite. Torniamo a casa con Tampa 1980 nello stereo della macchina... Blinded by the light
Il trait d`union stasera fa rima con un nome e cognome ben precisi, Bruce Springsteen, ma anche con Graziano Romani, da anni in assoluto il miglior interprete in Italia del songbook springsteeniano. Una carriera che da metà anni `80 ha percorso con convinzione, competenza, sincerità e fierezza le backstreets della musica blue collar rock, soul e r&b made in Reggio Emilia, prima attraverso i mitici Rocking Chairs, poi attraverso una carriera solista piena di perle preziose. Un ponte ideale e sentimentale ad unire Casalgrande ad Asbury Park e, sedici anni dopo il primo Soul Crusader, sentito e splendido tributo al padrone di casa in quel di Freehold, il doveroso e atteso secondo capitolo con Soul Crusader Again, da alcuni mesi finalmente in circolazione.
L`ennesima conferma della classe e del carisma di Graziano, capace di far propri e di far risplendere un pugno di brani assolutamente non convenzionali e scontati, se vogliamo anche secondari, nella sconfinata produzione di Bruce. Dopo l`apertura affidata alle ballate fumose, alcoliche, rauche e notturne dello svedese Richard Lindgren accompagnato al piano da Riccardo Maccabruni, di fronte al panorama mozzafiato di Vasto e del sul mare, Graziano e la band, Max Grizzly Marmiroli al sax e tastiere, Lele Cavalli al basso, Follon Brown alla chitarra e Nick Bertolani alla batteria, aprono il loro Club Soul City, un set torrido e incendiario in cui trova spazio il Bruce più soul, r&b e balladeer.
Hold On (To What You Got) e la sopra citata Club Soul City furono generosamente donate a Gary US Bonds per il suo secondo capitolo di marca E Street Band, lo splendido On The Line del 1982. La voce di Graziano è il veicolo più naturale per ridisegnare i confini di questi splendidi pezzi in cui il sound di Asbury Park abbraccia il soul e il r&b più neri che mai. Streets Of Fire non ha bisogno di presentazione, così come The Promise, Factory e Drive All Night, ballate uniche ed epocali, in cui comunque Graziano riesce a lasciare il proprio segno indelebile, anche le stelle nel cielo di Vasto partecipano inconsapevoli alla splendida coreografia Tonight there`s fallen angels and they`re waiting for us down in the street. Forse neanche Bruce si ricorda Man At The Top, Graziano ci rinfresca la memoria e la band lo segue alla perfezione, viaggiando sicura su territori conosciuti e ben collaudati, il sax di Max arriva dritto da un bootleg del 75, il basso di Lele pulsa al ritmo del nostro cuore, chitarra e batteria sono precise e ficcanti.
Fire e The Fever sono una bella doppietta con cui Graziano incendia i cuori e scuote la piazza, nel frattempo riempitasi di tanti spettatori anche occasionali, ma decisamente entusiasti e partecipi. Lion`s Den è un altro pezzo dal tiro micidiale ed assassino, direttamente dal terzo disco di Tracks. Arriva troppo presto il momento di chiudere, si è fatto tardi e non può esserci saluto migliore di una No Surrender in chiave folk roots rock. Blood brothers on a stormy night, ci riportiamo a casa un`altra serata in cui cuore e passione sono andati perfettamente a braccetto, un tributo caldo, passionale, generoso e doverosamente rispettoso nei confronti di chi, inevitabilmente, ha cambiato le nostre vite. Torniamo a casa con Tampa 1980 nello stereo della macchina... Blinded by the light
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