Uscito il 21 aprile per La Rivolta Records, Nostrils è l’album d’esordio della band pugliese Heidi For President. Il disco è stato preceduto dal singolo Whom (accompagnato dal videoclip diretto da Leo Pichierri e Jacopo Dimitri, pubblicato in anteprima su Rolling Stone) ed è a tratti autobiografico, descrive i sentimenti che legano ogni essere a ciò che lo circonda e che gli succede.
«Nostrils, oltre che il titolo dell’album, è anche il brano che, ad oggi, identifica meglio la band. Nato da una forte ispirazione che meglio unisce i punti cardine su cui si fonda il sound degli Heidi for President: una musicalità sognante e un testo caratterizzato da parole accuratamente scelte per evocazione da scenari naturali. Tutto per meglio descrivere il forte rapporto della band con la natura. Nostrils è una vera aurora, un insonne richiamo di orchestra. L’Amore e Natura sono raccontati in ogni brano all’interno di un contesto differente, ma che può essere vissuto da qualsiasi essere indistintamente. Si parte dall’Amore come sentimento puro e gioia di vivere fino all’Amore vissuto come rapporto con la natura nel nostro senso di compromesso dare/ricevere».
Nostrils è il vostro primo album, raccontateci il vostro parere: siete soddisfatti? Suona come secondo voi deve suonare il vostro primo disco?
Sì! Dopo tante peripezie, avventure e disavventure varie siamo riusciti a prepararlo. Il disco è uscito il 21 aprile e noi ne siamo completamente entusiasti. Paolo Del Vitto è stato bravissimo a coglierne l’essenza, riuscendo a creare un sound che rispecchia completamente le nostre idee e la nostra musica.
Siete entrati a far parte de La Rivolta Records, con cui avete pubblicato questo disco e partecipato alle serate “La Notte della Rivolta”. Vi sentite parte della famiglia?
La nostra scelta di entrare a far parte de La Rivolta ha due ragioni. In primis ci piaceva molto l’idea che un’etichetta discografica si impegnasse in un evento come La Notte della Rivolta per presentare le proprie band. Un evento durante il quale le più belle sinergie delle band stesse si intrecciano. Il secondo motivo, invece è stata l’aria familiare che gira intorno a La Rivolta, senza la quale non avremmo mai avuto la possibilità di collaborare con gente con Roberto Mangialardo (La Municipàl) e Dario Ancona (I Misteri del Sonno), oltre che Paolo Del Vitto, il nostro batterista e produttore.
Il disco vede, appunto, la collaborazione dei membri di altre band dell’etichetta. Com’è stato collaborare proprio con altri protagonisti de La Rivolta?
Questa collaborazione è stata un’esperienza bellissima e forse (anzi sicuramente) la fortuna dell’album. È bello quando dei musicisti come loro si metto a disposizione, non solo suonando e registrando il proprio strumento, ma anche ragionando su ogni singolo brano e sul sound. Come detto prima, La Rivolta è una famiglia.
Avete cambiato spesso formazione. Come mai? Anche nei live siete in tre?
È vero, abbiamo cambiato spesso formazione, ma pensiamo che sia naturale se si pensa da quanto tempo esiste il nostro progetto e a quanto sia maturato. Dalla nascita degli Heidi ad oggi sono cambiati il sound, le prospettive, gli obiettivi. Tutto si è delineato. Durante il percorso c’è stato chi si è avvicinato/allontanato dal progetto a seconda delle proprie necessità personali o artistiche. Attualmente siamo in tre, ovvero coloro che nel progetto si sono sempre presentati come quelli più affiatati; anzi potremmo dire innamorati. Per questa ragione siamo riusciti a trovare una nostra dimensione che, indipendentemente dagli altri elementi della band, risulta completa. Ultimamente ci siamo esibiti in trio col nostro set acustico e la cosa ci diverte, ci spoglia, ci avvicina al pubblico in un connubio di sentimenti veri, caldi … non vediamo l’ora comunque di ripresentarci con formazione completa.
La vostra descrizione sulla pagina Facebook e la bonus track del disco, Portrait of the Artist As A Young Dog, sono molto sarcastiche. Vi piace provocare?
Ci piace scherzare. “Heidi for president” nasce come un gioco! Col passare del tempo il nostro impegno si è fatto serio, ma non rinunciamo alla dimensione scherzosa del progetto stesso. Portrait è per noi un brano molto impegnato in realtà, il titolo anche riprende un’opera di Oscar Wilde (Portrait of the artist as a young man); il titolo più che provocare riflette il nostro sentirci artisti senza titoli, senza piedistalli, girovaghi come cani randagi, intenti ad annusare tutto ciò che ci circonda, a non fermarci mai, a prendere tutto quello che ci capita a tiro.
Raccontateci di questa passione assoluta per la natura e per Heidi!
La natura umana è della stessa sostanza di cui sono fatti gli elementi della Natura. Gli alberi sono la nostra felicità, lo scorrere dei ruscelli è il nostro pianto, stelle splendenti e meduse luminose sono i nostri pensieri, le nostre più intime riflessioni. Il muro fra queste due nature è il fare quotidiano in un contesto urbano rigido, periodico, soffocante. Facciamo musica solo e soltanto per ricongiungere le due nature fino all’amore universale.
Venite dal Sud, ma vi rifate molto al Nord Europa. Come mai questa contrapposizione?
Senza il freddo non si apprezza il caldo, senza la rivolta non si brama la pace. È per non essere ipocriti emotivi. Noi non siamo mai solo sorridenti, diplomatici, costruttivi ma al contrario piangiamo, riflettiamo, diventiamo noiosi, appiccicosi e distruttivi. Siamo belli in ogni caso. Ecco, la natura è sempre bella. Sostando nelle soleggiate gravine e lame pugliesi, ci ritroviamo a cantare dei ramoscelli congelati artici. E cantiamo il tutto, come una grossa forma di sinestetica comunicazione. Freddo e caldo, reale e fantasioso non esistono. Esiste ciò che ci dà benessere. Esiste ciò che pensiamo che si realizza tramite la musica.
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