È stato soprannominato il "manifesto" di Facebook. Ma dalla lunga lettera in cui Mark Zuckerberg parla della sua visione del mondo, delle sfide attuali e di come la sua creatura possa aiutare l'umanità a salvare il pianeta, un argomento sembrerebbe essere stato lasciato fuori o trattato non con le dovute attenzioni: la questione della privacy degli utenti.
Cavallo di battaglia un tempo per il social network, è ora un tema nebuloso, che innesca sempre molti interrogativi. Domande che non hanno fatto altro che aumentare, all'indomani della pubblicazione del manifesto: Zuckerberg ha, infatti, parlato dell'Intelligenza Artificiale e ha lasciato intendere che si servirà di quest'ultima per leggere e analizzare i messaggi privati degli utenti. La tecnologia servirà a rendere il social network un posto migliore e ad allontanare il pericolo che possano diffondersi ideologie pericolose o terrorismo.
Ed ecco che entra in gioco l'Intelligenza Artificiale: "L'IA ci consentirà di avere un approccio migliore. Stiamo sviluppando sistemi tecnologici per analizzare foto, video e contenuti. Siamo ancora in fase sperimentale e forse ci vorranno anni. Ora stiamo iniziando ad utilizzare l'Intelligenza Artificiale per cercare di capire la differenza tra una notizia sul terrorismo e la propaganda sul terrorismo in modo da poter intervenire e rimuovere i post di chi cerchi di reclutare persone per organizzazioni terroristiche. Non è facile, ma abbiamo bisogno di lavorarci per combattere il terrorismo".
Ma come opererà di preciso l'Intelligenza Artificiale? Sarà in grado di leggere solo i nostri messaggi pubblici o anche quelli privati? C'è un modo per impedirglielo? Su questo punto la lettera non è chiara, ma Zuckerberg ricorda che gli utenti hanno sempre la facoltà di modificare le impostazioni sulla privacy o di controllarle periodicamente. Come scrive Bloomberg, però, il rischio che i più pigri lascino la facoltà di scelta a Facebook è elevato: "L'effetto reale sarà che la maggior parte degli utenti accetterà o non modificherà gli standard del social network". Il pericolo è in agguato anche per chi utilizza spesso i filtri: "Questi utenti non hanno idea di cosa verrà filtrato - si legge nell'articolo - perché gli algoritmi di Facebook sono una scatola nera".
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