C'è un filo rosso che collega l'Arte con l'A maiuscola alla mania dei selfie? Sì, secondo alcuni creativi che sul web si sono sbizzarriti a rileggere i capolavori della pittura e della scultura in chiave narcisista. Un giochino che (forse) ha un lato positivo: ci permette di ripassare la storia dell'arte a colpi di humour. Ma c'è anche chi esagera e fa danni.
Van Gogh, Autoritratto. Difficile definire Van Gogh un precursore dei selfie. Ma è vero che il grande pittore olandese dipinse un gran numero di autoritratti: 37 tra il 1886 e il 1889, sotto forma di disegni o olii, dai colori cangianti a seconda dei periodi. Il più celebre è forse l'ultimo, dipinto nel 1889 quando il pittore era ospite del manicomio di San Remy, dove si suicidò l'anno successivo. Qui in versione "selfie" di Giulio Frittaion.
Vermeer, La ragazza con l'orecchino di perla. Alla selfie art non poteva sfuggire il capolavoro dipinto da Jan Vermeer tra il 1665 e il 1666 e custodito nel Museo Mauritshuis all'Aia. Il mezzo busto di profilo della giovane donna e l'espressione languida e sfuggente, con lo smartphone tra le mani si trasformano in ammiccamento. E selfie fu.
Leonardo da Vinci, La Gioconda. La Monna Lisa dipinta da Leonardo tra il 1503 e il 1514 è senz'altro il quadro più citato della storia: dalla versione baffuta realizzata, per provocazione, nel 1919 dall'artista Marcel Duchamp, alla Gioconda con la permanente vista nella pubblicità, fino alla versione selfie... ben poco le è stato risparmiato. E il suo sorriso impercettibile ha anche assunto la cosiddetta posa della bocca "a culo di gallina" mentre si scatta una foto con l'iPhone. Decisamente meglio l'originale (custodito al Louvre).
Bartolomeo Cavaceppi, Busto dell'imperatore Caracalla. In fine dei conti per trasformare un'opera d'arte in autoscatto, ci vuole poco: basta cambiare la prospettiva. Così è andata con questo busto di Cavaceppi, custodito al Getty Museum di Los Angeles. Ripreso di sbieco... non vi sembra un selfie?
Albert Einstein (Griffith Observatory, Los Angeles). Anche Einstein paga pegno al selfie: qui in un autoscatto... rubato.
Pablo Picasso. Autoscatto. Peccato che nel 1973, quando il padre del cubismo è passato a miglior vita, non esistessero gli smartphone. Oggi forse avremmo un suo autoritratto... Ma ci ha pensato un fan. Perché anche la fotografia può ricicalrsi in selfie art.
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