MUSICA RIBELLE
Eugenio Finardi
"Musica ribelle" racconta di quanto Eugenio Finardi faceva la storia della musica italiana. Il più rock dei cantautori, il più cantautore dei rocker, Finardi è sempre stato visto tanto come una punta avanzata dei primi che come una retroguardia dei secondi, finendo per essere penalizzato in entrambi gli ambiti. Questo album ci riporta le cose migliori (ma non sono neanche tutte qui) della sua produzione anni ’70, iniziata all’insegna del ‘politico che è anche personale’ e finita per privilegiare comunque un approccio ‘individuale’ (e non individualista, si badi bene, che Finardi è rimasto una persona di rara disponibilità nonostante il passare delle stagioni) alla realtà. Parlavamo di storia della musica italiana, perché è una storia che non può prescindere da canzoni come "Musica ribelle", "Extraterrestre", "La radio", "Oggi ho imparato a volare", così come non si può fare a meno del sogno contenuto in "Se solo avessi", "Non diventare grande mai" e nella divertente "15 bambini". Sogno come dimensione primaria dell’uomo, come invito a superare i limiti e a guardare a testa alta davanti a sé. La musica di Finardi, al di là di tutto, ha sempre raccontato questo, e nonostante qualche frase retorica o a effetto, canzoni come "Scuola", "La canzone dell’acqua" e altre tra quelle già citate, hanno custodito e conservato il Sogno egregiamente. Importante.
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