mercoledì 3 aprile 2024

Mark Geary: In the Time of Locusts – Canzoni ponderate e graziosamente melodiche che ti trasportano

 Il dublinese, uno dei migliori cantautori irlandesi, non ha mai vacillato rispetto alla sua encomiabile arte



Mark Geary ha dedicato più ore del necessario per affermarsi come uno dei migliori cantautori irlandesi. Dopo cinque dischi in studio e una serie di album dal vivo, un riassunto della sua carriera potrebbe essere utile: all'inizio degli anni '90 risiedeva nello stesso crogiolo creativo di Glen Hansard, Mic Christopher, Damian Rice e altri. Poi si è diretto a New York, dove ha rapidamente guadagnato terreno in locali come Sin-é e Scratcher. Nel 2002 ha pubblicato il suo album di debutto, 33 & 1⁄3 Grand Street, che lo ha introdotto al mondo in generale, anche se è discutibile se il mondo in generale lo abbia ascoltato.



Da allora Geary ha continuato ad andare avanti con fermezza, indipendentemente da qualunque successo commerciale potesse essere considerato. Continua questo encomiabile approccio con il suo sesto album (il suo primo da The Fool, del 2017), che è ricco di canzoni così ponderate e graziosamente melodiche che troppo spesso il tuo sguardo si sposta verso un orizzonte immaginario e rimane bloccato lì - solo alla fine di la canzone attira l'attenzione.

Delle 11 canzoni qui presenti, è difficile scegliere quale sia la migliore: brani come Hollow, The Last Throw of the Dice, Oh Suzanna, Coward, Release Me e The Great Escape fanno sottilmente riferimento ad altri cantautori con cui potresti avere familiarità, ma Geary ha sempre avuto un'abilità nel trasformare le influenze in forme che gli calzavano come un guanto.

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