Fu uno dei principali interpreti del rock indipendente italiano degli anni Novanta e Duemila: aveva 59 anni
Paolo Benvegnù, chitarrista e cantautore che fu tra i principali interpreti del rock indipendente italiano degli anni Novanta e Duemila, è morto a 59 anni: lo hanno fatto sapere i suoi familiari con un comunicato. Prima con la band degli Scisma e poi come solista Benvegnù ebbe una lunga e prolifica carriera, pubblicando molti dischi, i più conosciuti e apprezzati dei quali furono Piccoli fragilissimi film del 2004, che conteneva la canzone “Cerchi nell’acqua”, e Le labbra del 2008.
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Nel 2024 Benvegnù aveva vinto la Targa Tenco per il miglior disco, È inutile parlare d’amore. Soltanto lunedì 30 dicembre era stato ospite della trasmissione di Rai 3 Via dei matti nº0, condotta da Stefano Bollani.
Benvegnù era nato il 14 febbraio del 1965 a Milano. Nel 1993, insieme alla bassista Giorgia Poli, alla tastierista Michela Manfroi, al chitarrista Diego De Marco e al batterista Danilo Gallo fondò gli Scisma, uno dei gruppi rock più apprezzati del tempo, che importò in Italia i suoni tipici della new wave più d’avanguardia. Nel 1994 entrò nel gruppo anche la cantante Sara Mazo, che insieme a Benvegnù contribuì a definire alcune caratteristiche del gruppo, come l’alternanza di parti cantate in italiano, inglese e francese. Insieme pubblicarono tre dischi (Bombardano Cortina nel 1995, Rosemary Plexiglas nel 1997 e Armstrong nel 1999) apprezzati dalla critica ma piuttosto isolati nella loro proposta musicale.
Nel 2004, dopo lo scioglimento del gruppo, Benvegnù si dedicò alla carriera da solista, pubblicando dieci dischi a suo nome. Il primo fu Piccoli fragilissimi film, che realizzò con la collaborazione di Fabrizio Orrigo, il chitarrista della band fiorentina Otto’P’Notri, e soprattutto del compositore Massimo Fantoni, che supervisionò tutti gli arrangiamenti. Fu il disco con cui Benvegnù si allontanò dal rock e dalle sperimentazioni in favore di una proposta più vicina al cantautorato classico, scarna, intimista e incentrata sui testi.
Benvegnù confermò la sua svolta cantautorale anche nei dischi successivi Le labbra (2008), Hermann (2011), Earth Hotel (2014), H3+ (2017) e Dell’odio dell’innocenza (2020). Tra il 2021 e il 2022 tornò alle origini con i due volumi Delle inutili premonizioni, in cui reinterpretò in una chiave molto personale i classici di vari gruppi new wave britannici e americani, come Echo & the Bunnymen, Tears for Fears e Joy Division. A gennaio era uscito il suo nono album in studio, È inutile parlare d’amore, per cui aveva ottenuto la Targa Tenco. Due mesi fa era infine uscita una riedizione del suo disco d’esordio come solista, Piccoli fragilissimi film reloaded.
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