martedì 29 maggio 2018

Il 1968 in musica (seconda parte)

Nell'anno delle grandi contestazioni hanno debuttato gruppi e cantanti che sarebbero poi diventati leggende: ecco i dischi del '68 che  hanno fatto la storia della musica rock.
 
 
 
 
Deep Purple: il primo album del prototipico gruppo rock inglese è Shades of Deep Purple. La formazione è molto diversa da quella che avrebbe avuto molta fortuna anni dopo, e nel disco suona un rock psichedelico e con accenti di progressive e ispirazioni di musica classica, che sarebbero ricomparse anche successivamente. Il tastierista Jon Lord e il chitarrista Ritchie Blackmore, col batterista Ian Paice, avrebbero creato anni dopo la formazione più famosa insieme al cantante Ian Gillian e a Roger Glover. Il primo disco contiene Hush, che ebbe un notevole successo negli Usa.
 
 
 
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 Steppenwolf: è il disco di esordio della omonima band canadese. Il gruppo ebbe a disposizione qualche mese di tour in cui mettere a punto le canzoni, scritte in gran parte dal chitarrista e cantante John Kay. La musica è un rock molto classico, con una formazione a cinque (due chitarre, basso, tastiere, batteria) e un suono aggressivo e profondo: nel disco ci sono alcuni degli "inni" più noti della controcultura statunitense della fine degli anni Sessanta, come l'incalzante Born to be wild e The pusher, entrambe utilizzate nella colonna sonora del film di culto Easy rider. Nel pezzo Born to be wild si usa la frase "heavy metal thunder", che diede poi il nome a un intero genere musicale.
 
 
 
Jethro Tull: This was è l'album di debutto del gruppo progressive inglese, caratterizzato dal suono del flauto del leader Ian Anderson. Assieme al cantante e strumentista, il gruppo era formato dal chitarrista Mick Abrahams (che lasciò il gruppo dopo questo disco) e da basso e batteria. L'influenza di Abrahams si sente nell'approccio blues dei pezzi, e nelle cover di alcuni classici del blues statunitense (come Cat squirrel. L'album ebbe un grande successo in Inghilterra, e il singolo Living in the past arrivò fino al terzo posto nelle classifiche. Nei dischi successivi la sostituzione di Abrahams con Martin Barre e la decisa guida di Anderson cambiò radicalmente la musica del gruppo, che divenne molto riconoscibile ed ebbe un clamoroso successo nel 1970 con Aqualung, un disco complesso e cerebrale.
 
 
 
Neil Young: è l'omonimo primo album dello storico cantautore canadese, dopo la militanza in alcuni gruppi in patria e soprattutto nei californiani Buffalo Springfield, band di notevole importanza per la storia del rock americano. Il disco è una raccolta di brani diseguali, anche se in ognuno traspare la personalità del cantautore canadese e si intravede la futura grandezza (già completa nel successivo Everybody knows this is nowhere e soprattutto in After the gold rush). La voce non è del tutto sicura di sé, e alcuni brani non sembrano completi. Forse solo la canzone The loner è decisamente da Neil Young. Curiosa la lunga e serpeggiante The last trip to Tulsa.
 

 
 
Soft Machine: Soft Machine Vol.1 è l'album di debutto della band inglese, descritta come una delle prime di progressive rock-jazz. Anche se non molto conosciuti, sono tra i gruppi più importanti del rock inglese degli anni Sessanta/Settanta. Il disco non è compiuto o complesso come i successivi, ma lascia intravedere la strada che avrebbe poi preso il progressive inglese, specie con i gruppi che uscirono dal cosiddetto Canterbury Sound (così chiamato perché molti dei gruppi provenivano dalla città inglese di Canterbury, nel Kent). Nei lavori successivi (specie nel loro capolavoro, Third) i Soft Machine prenderanno una strada più decisamente di fusion jazz-rock, aiutati anche dal cambio di formazione e dall'arrivo del bassista Hugh Hopper.
 
 
 
 
 
 

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