ANDREA AMATI
house concert
Un disco non di genere, ma eterogeneo e cocciuto nel puntare in alto, i brani infatti, tentano un approccio cantautorale molto serio e dalla poetica di un certo livello, senza però mai raggiungere quell'aura di sacralità di cui solo i maestri sono permeati.
Amati scrive i testi di ogni sua canzone, mettendoci dentro oggetti e situazioni autobiografiche in maniera non sempre diretta, talvolta la ricerca continua di rime ripetute per intere strofe appesantisce l'ascolto e lo forza, come nel brano iniziale "La resistenza". Si percepisce da parte del cantautore romagnolo una voglia di mettersi in gioco con questo album, la necessità di esporsi, caricando di personalità ogni pezzo, gli arrangiamenti curati e limpidi denotano dedizione al lavoro ma scarsa propensione alla sperimentazione e allo svincolarsi dal pop convenzionale. Tracce come "Ultimo lampione" e "Santarcangelo 16/07/2013" si smarcano da questa etichetta, la prima per sfumature vocali e la seconda per stratificazioni sonore rispetto alla conformità tipica italiota della fine degli anni '90, quella per intenderci, con la voce molto fuori rispetto agli strumenti.
La totale dedizione alle forme di comunicazione e in particolare alla musica di Andrea Amati è lodevole, i brani sono sinceri e ben suonati non c'è che dire, ma c'è un gap tra questo tipo di prodotti e una possibilie evoluzione musicale che solo attraverso la ricerca di nuovi suoni e di nuove forme di poesia può essere colmato. "Via di scampo" è un buon disco ma molto distante dall'essere inteso come "nuovo".
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