venerdì 27 ottobre 2017

TEss Soul Whisperer .Recensione


TEss   house concert sabato 4 novembre
 
 
Tess Amodeo-Vickery nasce nel New Hampshire e si trasferisce in seguito a New York dove ha un impiego a Wall Street. Dopo aver già realizzato un disco in patria, prende la decisione di trasferirsi a Roma per registrare queste nuove canzoni in diverse case di campagna in giro per il nostro paese, lavorando con il produttore di musica elettronica Agostino Maria Ticino, nonostante gli elementi più importanti del suono siano chitarra acustica e archi. Tutte queste scelte all’apparenza coraggiose e un po’ incoscienti hanno portato a un album di grande fascino e qualità, seppur ancora ingiustamente sottovalutato.
 
Per prima cosa, Tess è una grande songwriter: nel disco sono presenti con continuità melodie ammalianti e c’è anche una grande attenzione a come raccordare tra loro le diverse parti. Troviamo, infatti, le classiche canzoni con strofa e ritornello che si accostano tra loro in modo armonico e fluido, fin dall’iniziale title track, ma non c’è solo quello: “When I Think About You”, ad esempio, un vero e proprio ritornello non ce l’ha, ma in compenso sfrutta un bello stacco di piano per dare il giusto respiro al continuum melodico; oppure c’è la meravigliosa “Sincere Love”, nella quale il ritornello segna un cambio di atmosfere piuttosto brusco; “Rock Me”, invece, ha uno sviluppo ancora più ricco di elementi diversi, visto che i cambi melodici sono diversi e non si limitano all’alternanza della classica forma-canzone.
 
A tutta questa fantasia in sede strettamente compositiva, se ne aggiunge un'altra decisamente più fervida dal punto di vista degli arrangiamenti. Le soluzioni adottate sono moltissime, sia nell’uso degli strumenti che nel lavoro sulle parti vocali. Si diceva dell’importanza di chitarre acustiche e archi, ma essi non sono che una parte del caleidoscopio sonoro di questo disco e può capitare che siano assenti, come in “What Is The Journey” che si fonda invece su accompagnamenti vocali e una ritmica leggera di impostazione quasi r&b. La ritmica è anche importante nel conferire dinamismo al ritornello di “Take My Word” e a tutta “Wait For You”, che non si fa mancare un piccolo ma importante aiuto dalle tastiere. Per colorare “My Home si usano invece i già citati accompagnamenti vocali e per arricchire “It’s So Hard” arriva una tonificante spolverata di fiati. Anche i due elementi principali citati non vengono comunque mai usati nello stesso modo: ogni canzone mantiene una propria identità dal punto di vista degli arrangiamenti.
 
La voce, dal canto suo, si disimpegna perfettamente su diversi registri, stabilendo sempre la miglior interazione possibile con il suono, sia grazie al cantato principale che all’aiuto delle voci secondarie. Anche i testi fanno la loro parte, poiché risultano sempre perfettamente centrati nelle loro descrizioni dei diversi stati d’animo dell’autrice: sensazioni guidate sempre dalla voglia di vivere senza troppi calcoli, imparando dalle esperienze concrete e mettendo a frutto le lezioni di vita.
 
Tutti questi punti di forza fanno sì che il disco sia un vero incanto. La sua anima è retrò, ma non si ha mai la sensazione che si stia guardando al passato, grazie alla straordinaria sensibilità melodica e vocale e al mirabile equilibrio di un suono delicato ma denso di dettagli e di contenuti.
Non possiamo che ripeterci: ci vuole molta più considerazione per un disco come questo rispetto a quella di cui sta godendo ora.
 
 

 


 

Nessun commento:

Posta un commento