Esce l’esordio dei casertani Malmö e si intitola “Manifesto della chimica romantica
Già dalla grafica di copertina si ha subito la sensazione che si avrà a che fare con nuvole e polvere ma è dal primo suono di questo disco che si capisce subito che i Sigur Rossono padri putativi di questa ispirazione italiana. E a leggere poi le note di stampa non stupisce più trovare come fonico di Mastering il tal Birgir Jon Birgisson già a lavoro con la magia di Jónsi e compagni. I Malmö scrivono in italiano, parlano di un viaggio che probabilmente non avrà e dovrà mai finire, parlano di quella vita che si consuma nella provincia guardando il futuro e sognando l’altrove dai bordi di una ferrovia. I Malmö non pensano ai legami o alle rinunce ma questa loro musica sognante e decisamente eterea mi lasciano in un equilibrio instabile di speranze e di attualità benevola. Non mi sembra ci sia un rimorso o una rinuncia, anzi dai testi leggo si serena convivenza con se stessi. Malmö è Islanda, è Svezia, è il post rock che urla da lontano, sono i momenti di forti dinamiche che si reiterano sempre, sono i silenzi e i glockenspiel, sono i suoni che un poco sono digitali e un poco somigliano al ferro delle cose trovate per terra. E poi ci sono i suoni normali dei dischi normali. I Malmö hanno un esordio che sinceramente non somiglia all’italiano stile di omologarsi e questa non-corrispondenza fa acquistare finalmente punti di merito e tantissimo valore alla nuova creatività indie italiana. La stessa che sta divenendo tutta uguale a se stessa. Un bellissimo ascolto. Sospeso. Polveroso. Poetico.
Nessun commento:
Posta un commento