domenica 21 maggio 2017

Bob Dylan - Lyrics

Lyrics 1983-2012 (trad. e note a cura di Alessandro Carrera)

Bob Dylan


Feltrinelli, 2017

di Corrado Ori Tanzi
 
 
Nel 2006 la Feltrinelli diede alle stampe l’opera omnia dei testi di Bob Dylan (Lyrics 1962-2001) con la sapiente traduzione di Alessandro Carrera. Un volume più che corposo, impreziosito dalle approfondite note dello stesso traduttore, cattedratico all’Università di Houston, scrittore, saggista e da sempre studioso dell’artista di Duluth, a cui aveva già dedicato un testo imperdibile e diventato un must tra i dylaniati italiani (La voce di Bob Dylan).
 
 
Dopo l’attribuzione a Dylan del premio Nobel per la Letteratura lo scorso anno, quell’enorme testo è stato smembrato in tre volumi di cui oggi si saluta appunto l’uscita del terzo e ultimo. Lyrics 1961-1968 e Lyrics 1969-1982 hanno accompagnato i mesi successivi a cotanto premio nel 2016 senza essere la semplice ristampa dell`edizione monstre del 2006, contenendo almeno un testo modificato, sia in inglese sia in italiano (Tough Mama) e la rivisitazione di alcune traduzioni (ad esempio Subterranean Homesick Blues e Hurricane). Questo Lyrics 1983-2012 è l’aggiornamento del corpus dylaniano con i testi mancanti dal volume originario (tratti da Modern Times, Together Through Life e Tempest).
 
Undici album che si raccontano con i versi delle canzoni che li compongono e almeno cinquanta pagine finali di note fitte fitte che ci illustrano quando e dove Dylan ha banchettato con Ovidio, William Blake, Shakespeare, la Bibbia, i Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer, Henry Timrod e altri spiriti più o meno nascosti della grande letteratura. Qualunque serio e attento appassionato italiano di Bob Dylan si imbatte prima o poi nella presenza, dapprima semplicemente interessante e via via compagnia necessaria, di Alessandro Carrera, lo studioso che, rubando il titolo di un suo stesso libro, diventa per l’ascoltatore italiano una sorta di “voce di Dylan”.
 
Le sue traduzioni (le migliori in assoluto da cinquant’anni a questa parte) ci consegnano l’autentico punto di partenza per apprezzare i versi di questo scrittore. La poesia cantata di Dylan è molto lontana da quella tradizionale che al limite è diventata orale in qualche reading o pièce teatrale e la grandezza del Dylan lirico tocca il suo azimut quando l’autore riesce a vestire le strofe col suo particolare tipo di prosa metrica. Come ha già affermato in passato lo stesso Carrera, “Dylan è raramente un lirico puro. Riesce a esserlo in To Ramona, It Takes a Lot to Laugh, I’ll Be Your Baby Tonight o in Most of the Time, per fare alcuni esempi, ma per lo più è un poeta gnomico (aforistico-sapienziale) oppure un narratore”.
 
Dalla lettura, anche ad alta voce, di questi testi si tocca con mano la teoria del traduttore secondo cui con Time Out Of Mind e il poderoso ricorso agli one-liner il premio Nobel sia entrato in una fase che, prendendo a prestito il termine dalla pittura, definisce di "alto manierismo”. Si tratta di composizioni che hanno certo bisogno della musica per esprimere tutta la loro potenza (come accadde per i libretti di Lorenzo Da Ponte con le partiture di Mozart o di Temistocle Solera con le note di Verdi), ma che se letti durante l’ascolto delle canzoni rivelano una costruzione narrativa e un profilo puramente letterario articolati come solo un grande cantore della parola e indagatore dei Tempi e dell’animo umano può riuscire a raggiungere.
 
 
 
 
 
 
 

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