venerdì 7 ottobre 2016

Nick Cave, un nuovo disco e un doc per cantare la persona sconosciuta dentro noi


Si intitola 'Skeleton Tree' il sedicesimo album del musicista australiano con i Bad Seeds in arrivo il 9 settembre. Sarà accompagnato dal documentario 'One More Time with Feeling' del regista Andrew Dominik, un'incursione nella vita del 'nuovo' Cave, dopo la morte del figlio Arthur
 
 

"La maggior parte di noi non vuole cambiare. Voglio dire, perché dovremmo? Ma cosa succede quando accade un evento così catastrofico... che semplicemente cambi? Cambi da una persona che conoscevi a una persona sconosciuta". Nel trailer di One More Time with Feeling, il film-documentario del regista Andrew Dominik (regista e sceneggiatore neozelandese che ha firmato L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford e Cogan - Killing Them Softly), Nick Cave si mostra spoglio - mentre parla di fronte alla telecamera - via ogni protezione, cadute le barriere, frantumato ogni cripticismo. L'evento catastrofico a cui fa riferimento è - possibilmente - di quelli che non possono essere riparati: la morte accidentale del figlio Arthur, 15 anni, avvenuta il 14 luglio dello scorso anno. Il film, che verrà presentato in anteprima al festival di Venezia, è la controparte visiva di Skeleton Tree, il sedicesimo album di Nick Cave con il suo storico gruppo, i Bad Seeds.


 
Otto tracce, in pubblicazione il 9 settembre, la cui scrittura è iniziata prima del lutto, prima di "vedere alla specchio qualcuno che riconosci per quello che è stato ma che sotto la pelle cela una persona diversa". Era il 2014 inoltrato e Nick Cave era entrato nei Retreat Studios di Brighton, vicino a dove abita, al cui lavoro si sono poi aggiunte sessioni ai La Frette Studios, in Francia, nell'autunno 2015, e il missaggio agli AIR Studios di Londra agli inizi del 2016. L'album, che è stato probabilmente completato prima della tragedia famigliare, porta comunque con sé una carica emotiva enorme. One More Time with Feeling, con quel titolo che paradossalmente ricorda un album di easy listening, era stato inizalmente concepito come un puro documentario sulla creazione artistica di un gruppo di musicisti in studio finendo per raccontare il lavoro da un punto di vista diverso. Oltre alla musica, a cambiare le carte in tavola sono soprattutto le parole di Nick Cave, la cui narrazione punteggia il filmato, che mescola colore e bianco e nero, e interviste più classiche. Cave aveva già raccontato se stesso in un film-documentario, 20,000 Days on Earth, un tuffo della durata di 24 ore, tra finzione e realtà, nella sua vita e presentato al Torino Film Festival dello scorso anno
 

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