Di Giuseppe Rapisarda
Le canzoni dei Dinosaur Jr. rimestano da sempre nell'acqua pulita della vita, animano meccanismi emotivi che solo pochi sanno innescare e riavvolgono il rullino fotografico della memoria, riportando alla luce, assieme agli scatti più belli, i fotogrammi bruciati e quelli meno a fuoco. Queste sono le sensazioni che si provano di fronte a canzoni immobili nella loro incapacità di aprirsi a qualunque cosa sia diverso da sé, che ripropongono con ostinazione un suono immediatamente riconoscibile e della stessa sostanza della pace e dell'inquietudine
Give a Glimpse Of a What Yer Not” arriva quattro anni dopo “I Bet On Sky” e racchiude tutto il sound di una delle band più prolifiche di sempre e dal più alto livello qualitativo medio della produzione discografica. E' bello ritrovare l'inesauribile J Mascis il quale da solo aveva dato prova di un ottimo songwriting applicato però alla dimensione intima del folk con “Several Shades of Why” e “Tied to a Star”, così come il sodale Lou Barlow con la raccolta di registrazioni casalinghe intitolata “Brace the Wave”. Tutto questo dimostra come i Dinosaur Jr. non siano solo la creatura di J Mascis, nonostante la sua presenza preponderante nell'economia della band, bensì rappresentino una somma di talenti e personalità artistiche al servizio della scrittura di canzoni che nessuno sa più comporre così. In questo senso i Dinosaur Jr. sono meravigliosamente anacronistici, proprio nella misura in cui sono in grado di escogitare soluzioni armoniche lineari su ritornelli sempre azzeccatissimi.
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Anche se non c'è nulla di veramente nuovo sotto il sole, quello che impressiona è il tiro dei brani, tutti di grandissimo livello, e i riffs micidiali sputati fuori dalla Fender Jazzmaster di J Mascis che si incastrano in una meccanica ritmica quadrata e non semplicemente di contorno. L'iniziale
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