lunedì 28 settembre 2015

Bryan Ferry

Bryan Ferry, dai Roxy Music alla vita solista. 70 anni di stile tra musica, donne e manie
 
Dal provino per i King Crimson agli imitatori, dagli screzi con Brian Eno all'ossessione per l'estetica fino alle donne: bellissime, perfette per le copertine dei suoi dischi. Un gusto romantico e senza tempo che non ha mai perso, anche quando ha rischiato di morire. Venti cose da sapere sul dandy della musica, il giorno dei suoi 70 anni
 
 
In 70 anni di vita (è nato a Washington, Tyne and Wear, a pochi chilometri da Newcastle, il 26 settembre 1945), Bryan Ferry ha trovato sempre il modo di far parlare di sé. Ha fatto scuola per il suo estetismo raffinato e per molti eccessivo, per la rivoluzione musicale avviata insieme ai Roxy Music con l'amico-nemico Brian Eno all'alba degli anni Settanta, per i suoi flirt vistosi, tormentati e ricchi di glamour, per la sua capacità di spostare sempre di un grado la sua posizione rispetto ai gusti del momento. Nostalgico, avanguardista, sentimentale, decadente: Ferry è uno dei pochi artisti che può vantarsi di avere diversi imitatori e nessun epigono. David Bowie lo ha definito “il miglior autore di testi di tutta la scena britannica”. La sua musica resiste al tempo: il suo ultimo disco, Avonmore del 2014, è andato benissimo, come anche il tour europeo interrotto a causa di un devastante mal di gola proprio la sera dell'atteso show londinese in una Royal Albert Hall, già sold out da settimane. La sua gente lo ama così com'è: sofisticato, struggente, quasi costretto a un look sempre impeccabile. Un Cary Grant del rock. Lo ami o lo detesti, anche a 70 anni.
 
 
 
Bryan Ferry torna con un disco che ricorda il passato già dal titolo: "Avonmore", in uscita il 18 novembre, è il suo quattordicesimo album solista, dopo il successo insieme ai Roxy Music. Seguito di "The Jazz Age", il disco con cui, nel 2012, aveva appunto riproposto i successi dei Roxy Music in chiave strumentale, Ferry torna come autore cantando otto tracce su dieci ("Send in the Clowns" è una cover, la versione originale è del compositore Stephen Sondheim; mentre "Johnny & Mary" è una rimasterizzazione della collaborazione con il dj norvegese Todd Terje). Il disco è stato prodotto da Ferry stesso nei suoi studi di Londra insieme a Rhett Davies e mixato da Craig Silvey (Arcade Fire, Paolo Nutini).


DA http://www.repubblica.it/spettacoli/






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