domenica 21 settembre 2014

La Canzone d'Autore Italiana

La canzone di Marinella
(1964 - De André)
FABRIZIO DE ANDRE'


Questa di Marinella è la storia vera
che scivolò nel fiume a primavera
ma il vento che la vide così bella
dal fiume la portò sopra a una stella

Sola senza il ricordo di un dolore
vivevi senza il sogno di un amore
ma un re senza corona e senza scorta
bussò tre volte un giorno alla tua porta

Bianco come la luna il suo cappello
come l'amore rosso il suo mantello
tu lo seguisti senza una ragione
come un ragazzo segue un aquilone

E c'era il sole e avevi gli occhi belli
lui ti baciò le labbra ed i capelli
c'era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui pose la mano sui tuoi fianchi

Furono baci furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelle

Dicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi
e lui che non ti volle creder morta
bussò cent'anni ancora alla tua porta

Questa è la tua canzone, Marinella,
che sei volata in cielo su una stella
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno , come le rose

e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno come le rose.

 
“La canzone di Marinella” (1964) ha una storia che merita di esser narrata. L’ispirazione pare sia scaturita da una notizia di cronaca: una prostituta sedicenne gettata nella Bormida da un criminale. La crudezza della vicenda è trasfigurata dall’artista in una favola delicata e struggente: nasce, così, il primo brano  suo maturo, dove musica e testo all’unisono delineano i tratti di una malinconica ballata popolare. Incisa dapprima nel ‘64 dall’autore, la canzone passa inosservata. Scorato da questa e da altre delusioni professionali, Fabrizio medita di far ritorno ai propri studi di giurisprudenza: giusto allora, Mina sciorina - nel 1968 - una propria versione del pezzo, che ottiene grande successo. La cantante cremonese propone, allora, al nostro una tournée assieme a lei, ma egli rifiuta: i primi segni della sua, dipoi leggendaria, ritrosia  (che, per curiosa coincidenza, affiorerà anche in Mina negli anni ‘70, portandola al ritiro dalle scene). “La canzone di Marinella” viene ripresa da De André, con varie cose del passato (“La ballata dell’eroe”, “Amore che vieni, amore che vai”, “La ballata del Michè”) e varie nuove (“Il testamento, “Il gorilla”; quest’ultima, da Brassens) in “Volume  III” (1968). Tra le tante interpretazioni seguenti, spicca quella che, proprio in duetto con Mina, egli proporrà nel 1997: si trova nella raccolta “M’innamoravo di tutto”.
 
 
 

 

Nessun commento:

Posta un commento