sabato 6 settembre 2025

LIBRI

 Giuliana Sgrena – Me la sono andata a cercare – Diari di una reporter di guerra.

Editori Laterza - 2025 - Pagg. 185 - 17,00 euro


Ci sono libri che arrivano come testamenti, altri come confessioni, altri ancora come richieste di ascolto. Me la sono andata a cercare di Giuliana Sgrena appartiene a tutte queste categorie insieme, ma ne supera i confini. È un libro che non si limita a raccontare una vita in prima linea: è il racconto, dall’interno, di un mondo che brucia, di un’umanità in bilico, e della responsabilità morale di chi decide di esserci. Anche quando non è previsto. Soprattutto quando non è permesso.

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lunedì 1 settembre 2025

Dentro le canzoni

 

Merle Haggard & Willie Nelson – Pancho & Lefty

Da Pancho & Lefty (1983)


Vivere sulla strada da bandito ti fa sentire libero e senza regole ma ti sottrae all’amore di tua madre che ti considera il suo figlio maschio prediletto e ti espone al tradimento che ti può costare la vita. E’ questo l’ammonimento che Townes Van Zandt, figura seminale della scena musicale di Austin, rivolge al protagonista della cupa ballata Pancho and Lefty che aveva composto per l’album del 1972 dal titolo premonitore THE LATE GREAT TOWNES VAN ZANDT in un fatiscente motel fuori Denton, in Texas. A dare credibilità alle sue parole, è stata la scelta di abbandonare la ricca famiglia dove era nato per andare a vivere il suo amore per la musica sulla strada accompagnando la depressione a infide e pericolose passioni per le sostanze tossiche.

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mercoledì 6 agosto 2025

Dentro le canzoni

 

Neil Young – Southern Man   

Da After the Gold Rush (1970)


Uomo del Sud è meglio che ti comporti bene non dimenticare quello che dice la Bibbia. Il cambiamento arriverà anche al Sud. Adesso le tue croci di legno bruciano senza sosta, Uomo del Sud.

Ho visto il cotone e ho visto il nero, alte case bianche e piccole baracche. Uomo del Sud quando li risarcirai? Ho sentito le urla e il colpo secco della frusta per quanto ancora?.

Nella seconda metà degli anni ’60, Neil Percival Young lascia l’Ontario, terra di acque limpide, per trasferirsi illegalmente con un vecchio carro funebre in California, convinto che da lì venisse la musica giusta. Inizia a frequentare le case dei musicisti di Laurel Canyon, luoghi ideali per scambiare idee artistiche ed entra a far parte di collaborazioni prestigiose con i Buffalo Springfield e il supergruppo Crosby, Stills e Nash. Abbandonerà entrambe le formazioni perché non più interessate a seguire la sua idea di musica e, scelta la via dell’indipendenza, diventerà un riferimento carismatico e uno dei più influenti cantautori degli anni ’70.

Nel 1969 registra con i Crazy Horse, insieme da pochi mesi, EVERYBODY KNOWS THIS IS NOWHERE un album che da la percezione di una jam session condotta da maestri.

Il biennio 69-70 è molto significativo per Neil Young. Inizia in quel periodo le prime registrazioni dei brani che entreranno a far parte di AFTER THE GOLD RUSH nello scantinato della sua casa a Topanga Canyon, vicino a Los Angeles, affiancato dal diciassettenne chitarrista Nils Lofgren che però Young confina al pianoforte e anima con le sue performances la scena musicale della Città degli Angeli.

Con AFTER THE GOLD RUSH Neil Young, a soli 24 anni, crea il suo capolavoro. Il tempo dirà che è’ uno degli album più completi che abbia mai pubblicato: a brani rock con assolo di chitarra si affiancano dolci ballate country e l’insieme delle canzoni suona con arrangiamenti che non sembrano affatto essere stati composti più di cinquanta anni fa.

Già dall’attacco, Southern Man si distingue per l’abrasivo fraseggio tra la chitarra e l’incalzante pianoforte, ripreso e sviluppato poco più avanti nel brano e poi l’inconfondibile timbro della voce doppiata di Neil Young sostenuta dal coro. Il testo, come noto, è un potente inno di protesta e di critica sociale sulle tensioni razziali profondamente radicate nel Sud degli Stati Uniti al momento in cui fu scritto dall’ hippie canadese come veniva apostrofato da chi non lo apprezzava per le sue opinioni su razza e diseguaglianza.

Neil Young racconta la storia di un uomo bianco del Sud che disprezza e maltratta i suoi schiavi. Retoricamente si chiede quando li ripagherà e ricorda l’orrenda pratica di incendiare le croci di legno da parte dei bianchi incappucciati del Ku Klux Klan. Il bersaglio però non era solo il singolo schiavista del Sud, grezzo e poco acculturato, ma anche la leadership del movimento per i diritti civili che era invece nelle mani di sindacati, alcune associazioni religiose e importanti uomini politici bianchi.

Southern Man ha ricevuto elogi e critiche ed è stato polarizzante: alcuni lo hanno valutato come una presa di posizione coraggiosa e necessaria mentre altri lo hanno trovato provocatorio e divisivo, basti pensare alla reazione dei colleghi Lynyrd Skynyrd.

Nella sua biografia del 2012, Waging Heavy Peace, Neil Young si è scusato per la canzone: “ Non mi piacciono le mie parole quando le ascolto. Sono accusatorie e condiscendenti, non completamente pensate e troppo facili da fraintendere “. Scuse tardive che nulla tolgono a questo altro grande classico del rock



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venerdì 1 agosto 2025

AMARCORD --- Enzo Jannacci

 Quelli Che…


Il 3 Giugno il maestro Enzo Jannacci avrebbe compiuto novant’anni. Lo ricordiamo con uno dei lavori più iconici, “Quelli Che…”, distribuito esattamente mezzo secolo fa. ‘ E, la vita la vita. E la vita l'è bella, l'è bella. Basta avere l'ombrella, l'ombrella. Ti ripara la testa, sembra un giorno di festa.’ È il 4 Gennaio 1975 quando dagli altoparlanti delle radioline il Maestro Lelio Luttazzi annuncia al primo posto della Hit Parade dei 45 giri più venduti in Italia “E La Vita, La Vita” sigla di chiusura di Canzonissima. Il brano è eseguito da Cochi e Renato (all’anagrafe Aurelio Ponzoni e Renato Pozzetto) conduttori con la ‘Raffaella nazionale’ della seguitissima kermesse musicale abbinata alla Lotteria Italia. Nato artisticamente sul palco del celeberrimo Derby Club di Milano - vera e propria fucina di talent i- il duo ha pian piano guadagnato i consensi del grande pubblico in virtù di programmi televisivi decisamente anticonformisti (‘Il Buono e il Cattivo" e ‘Il Poeta e il Contadino") e caratterizzati da una comicità surreale dai tratti poetici e spesso nonsense.


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martedì 29 luglio 2025

News Led Zeppelin

 Esce un EP live per celebrare i 50 anni di Physical Graffiti


Led Zeppelin pubblicheranno un EP dal vivo in occasione del 50° anniversario di Physical Graffiti.

Sono quattro brani che vennero pubblicati nell’edizione in DVD uscita nel 2003, e mai editi in vinile o CD.

a proposito di quell’iconico album live degli Zeppelin, Robert Plant ha detto: “Va da un estremo all’altro, ma allo stesso tempo è molto evidente che si tratta degli Zeppelin… Adoro l’album e funziona come doppio album. Ci sono alcuni brani davvero potenti“.

Jimmy Page ha detto che l’intento originale era quello di fare un solo album, ma alla fine avevano troppo materiale valido. “Avevamo abbastanza materiale per un LP e mezzo, così ho pensato: Facciamo un doppio album e usiamo un po’ di materiale che avevamo fatto in precedenza ma che non avevamo mai pubblicato. Ho sempre pensato che la sequenza di un album fosse davvero importante e questo faceva parte del mio ruolo di produttore“.

John Paul Jones dice che fu l’apice degli Zeppelin. “Sono un grande fan di Physical Graffiti. Era un disco di ampio respiro. Probabilmente è stato una delle vette della band“.



LED ZEPPELIN / LIVE E.P. Tracklisting:
CD / digital
In My Time Of Dying (Earl’s Court – 1975)
Trampled Under Foot (Earl’s Court – 1975)
Sick Again (Knebworth – 1979)
Kashmir (Knebworth – 1979)

12″ Vinyl
Side One: Earl’s Court – 1975
In My Time Of Dying
Trampled Under Foot
Side Two: Knebworth – 1979
Sick Again
Kashmir



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domenica 27 luglio 2025

Bruce Springsteen Tracks II - The Lost Albums

 Recensione 


Premessa fondamentale, giusto per capirsi prima di esporre ogni altra considerazione: ognuno spende i propri soldi e il proprio tempo come meglio crede. C’è chi lava la macchina due volte a settimana, chi fa la raccolta di sneakers di ogni foggia e colore, chi di borse o cappelli; chi colleziona miniature di gatti e papere; o ancora chi sceglie di partire ogni week-end, di frequentare locali dove ti chiedono 35 euro per una pizza, magari indossando una camicia costata quanto il PIL del Sud Sudan. Quindi, giudicare chi investe trecento (più o meno: dipende dal supporto scelto) cucuzze per mettersi in casa nove vinili (o sette CD) non ha ragion d’essere. Però gli si può tranquillamente dire che è un prezzo fuori da ogni logica, che non sia il puro profitto da parte della casa discografica, e a cascata dell’artista, del manager, dei musicisti che vantano credits ecc. Al netto di ciò, l’uscita di un cofanetto come Tracks II: the lost albums che Bruce Springsteen ha deciso di pubblicare andando a ripescare pezzi registrati nell’arco di tre decenni, dal 1983 al 2020,  è un evento che non può passare sottotraccia. Sette “album persi” in realtà appaiono, fatta eccezione per Faithless, come registrazioni riunite per cronologia e per un totale di 83 pezzi, la gran parte inediti, in alcuni casi già pubblicati come lato B di singoli (quando ancora esistevano…) oppure suonati dal vivo durante i concerti in giro per il mondo.

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