venerdì 9 maggio 2025

Eugenio Bennato “Musica del Mondo”

 Raccolta di dodici brani che custodiscono l’essenza della musica popolare


Il 10 gennaio Eugenio Bennato è tornato con un nuovo disco dal titolo “Musica del Mondo” (etichetta Sponda Sud), un lavoro che porta avanti le esperienze musicali che il cantautore e musicista di origini napoletane ha sposato ormai da parecchi decenni. Un album che testimonia un lungo percorso che, in questi anni, è diventato l’ossatura dei suoi concerti live. Molte delle atmosfere sonore di questo nuovo disco, composto da 12 tracce variegate – dalle ballate alle tarantelle riviste -, erano già parte degli spettacoli che Bennato ha portato in giro per l’Italia. Il nostro live report lo aveva testimoniato, sottolineando come Eugenio Bennato sia fra i pochi artisti, oggi, in grado di raccontare un Sud diverso – tanto reale quanto concreto – da quello che alcuni suoi colleghi sono soliti cantare.

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Un lavoro che riparte da quanto già messo in scena in “Da che sud è sud”, disco del 2017, e testimoniato anche nel live del 2002, quel “Che il Mediterraneo sia” che è album da avere nella propria discoteca, e raccontato poi in “Sponda Sud” e Grande Sud”, rispettivamente lavori del 2007 e 2008. Bennato, dunque, torna sui suoi passi, e anche lui, come altri suoi colleghi, sceglie di restare nel solco di quello che è il suo mondo sonoro. Non strizza l’occhio a nuovi ritmi, non cerca di compiacere il pubblico, e tanto meno di andare verso un mondo maggioritario di uso e consumo della musica. Da questo punto di vista “Grande minoranza” è il brano manifesto di una poetica che, chiaramente, mostra come la musica popolare sia molto più tenace e presente nell’anima delle persone, di quella commerciale. 



Il disco però si apre con “Musica del mondo” che è un grido, alla faccia di chi sostiene che il cantautorato abbia addormentato le coscienze. Una canzone che è di fatto colonna sonora per tutte quelle persone che ancora sperano in una musica capace di essere tale proprio perché non nasce per cambiare il mondo, ma per parlarne, descriverlo e raccontarlo. Bennato declina il termine popolare in un groviglio sonoro che lo vede mescolare il Sud del Sud con l’elettronica del Nord, come accade nella bellissima “Tammorra song”, e in “Torre Melissa”, brano che rievoca il drammatico episodio del battello di migranti arenatosi sulla spiaggia calabrese nel 2019, ma anche l’intervento degli abitanti che, svegliati dalle richieste d’aiuto, salvarono tutti i naufraghi.

“W chi non conta niente” è un brano proposto già negli ultimi live, che racconta il mondo degli ultimi, degli esclusi e di chi si trova ai margini; un mondo minoritario che però resiste e sorregge, come nel Don Giovanni, il nobile sentire di chi si crede proprietario di gusti, mode e del buon senso comune. “Welcome to Napoli” libera la musica napoletana da quel piagnisteo che il neo-melodico le ha dipinto addosso. Napoli è mille colori, lo diceva già un altro grande cantautore, e non è possibile ridurre quel mondo musicale solo ed esclusivamente al pianto d’amore. Questa canzone celebra la vitalità musicale di un habitat, quello della capitale partenopea, che viene finalmente riscattato da un grande suo figlio. 

Spazio anche per brani d’autore, quali “Limoni a Varsavia”, nata come colonna sonora del film “The Lemon Tree – L’albero di limoni” di Bruno Colella, e dedicata a un cuoco siciliano, folle e geniale, che incarna quella passione capace di compiere piccoli miracoli; la forse troppo dolce “Luna”, e la splendida “Canzone per Beirut”, brano che vale e giustifica, come la prima traccia e “W chi non conta niente”, l’acquisto del disco. La parola allo stesso Bennato: all’album si è aggiunto all’ultimo una riedizione di “Canzone per Beirut”, che scrissi nel 2007, dopo un concerto che tenni nella capitale libanese. Il brano riporta una frase che lessi su un manifesto affisso sui muri della città: Can stop stars from shining, or Beirut from rising. Eugenia, la mia figlia più piccola, scossa dalla tragica storia del presente, mi ha chiesto di cantarla con la sua vocina esile e commossa. In questo disco il brano è dunque interpretato da Eugenia Bennato, la figlia più piccola dell’artista, che riaccende l’urgenza di affrontare le sfide attuali.

Il disco, in conclusione, unisce passato, presente e futuro, tracciando un percorso tra storie radicate nella memoria e voci che ancora risuonano di attualità, con brani, per esempio, come “Mongiana”, dedicato al paese calabrese di 655 abitanti la cui storia come uno dei più grandi poli siderurgici d’Italia è racchiusa in un piccolo museo oggi dimenticato, e la già citata “Luna”, dedicata alla nipotina e interpretata insieme a Pietra Montecorvino, che esprime l’amore incommensurabile per una nuova vita. 

Insomma, il Sud di Eugenio Bennato, come quello di Avitabile, è un mondo, anzi un Universo, ricco di vita, dove la diversità e carburante di infiniti movimenti e possibilità. Un disco che celebra la bellezza del Sud, e non il suo stereotipo generato dall’essere solo luogo figlio dell’ingiustizia. La ricchezza dei ritmi messi in gioco da Bennato sono la più bella testimonianza di questa vitalità che da sempre caratterizza la produzione di Bennato, e lo stesso movimento Taranta Power, oltre alla musica di regioni che hanno dato tanto alla storia della musica italiana. 

Articolo di Luca Cremonesi

Track list “Musica del Mondo”

  1. Musica del mondo
  2. Mongiana
  3. Grande minoranza
  4. Tammorra song
  5. W chi non conta niente
  6. Welcome to Napoli
  7. Torre Melissa
  8. Noi persi nel sentimento
  9. Limoni a Varsavia
  10. Luna
  11. Notte del giorno dopo
  12. Canzone per Beirut

Line up Washé  Eugenio Bennato Voce, chitarra classica, chitarra battente / Mujura (Stefano Simonetta) Basso, chitarre acustiche, classiche, elettriche, mandola, cori, coordinamento produzione / Ezio Lambiase: Chitarre classiche e elettriche / Francesca Del Duca Percussioni / Voci: Sonia Totaro, Mohammed Ezzaime El Alaoui, Edoardo Cartolano / Zena Chabane voce in “W Chi non conta niente” / Pietra Montecorvino voce in “Luna” / Eugenia Bennato Cori, Voce solista in “Canzone per Beirut” / Dario Mogavero voce vesuviana in “Welcome to Napoli;” / Gino Giovannelli tastiere in “Welcome to Napoli” / Marco Castaldo batteria in “Musica del Mondo / Archi su “Mongiana”: Orchestra Sinfonica Brutia Cosenza, diretta dal M° Francesco Perri. Primo violino: Manuel Arlia;

Il brano Musica del Mondo è stato registrato con la Yar Mohammad Group presso The Sound Lab di New Delhi; Farukh Khan Langa voce / Yasin Khan Langa voce, harmonium / Iklash Khan Langa sarangi / Rafik Khan Langa: khadtal / Kiran Kumar flute / Sakir Khan Langa dholak / Rashid Khan Langa tabla

FONTE ORIGINALE DELL' ARTICOLO







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