lunedì 26 febbraio 2024

Sara Piccolo “Uolofifi è un album sul buio che diventa luce”

 

Uolofifi è il primo disco di Sara Piccolo, songwriter e poetessa dalle influenze irlandesi



Uolofifi, album d’esordio di Sara Piccolo, è uscito il 17 novembre anticipato dal singolo The Hard Way. 10 tracce poetiche scritte tra il 2020 e il 2021, esclusa Seline, che attraverso un dolce folk d’ispirazione irlandese ci trasportano in un viaggio malinconico e pieno di speranza.

1. Ciao Sara, Uolofifi è il titolo del tuo primo album, cosa significa questa parola?

Uolofifi si trasforma in una parola ma nasce da un fischio. Da piccola mia nonna per gioco faceva questo fischio e io lo trasformavo in parola, Uolofifi appunto, aiutata dal fatto che non sapessi fischiare e non sono mai riuscita ad imparare, è una sorta di onomatopea tutta inventata.

2. L’album contiene 10 tracce tutte in inglese, come mai questa scelta?

Sicuramente la scelta di scrivere in inglese deriva dal fatto che è stata da sempre una lingua molto presente nella mia vita, sia perchè l’ho studiata sin da piccola, sia per aver vissuto in luoghi in cui l’ho praticata e sentita molto vicina a me. Avendo lavorato e studiato a Dublino sono venuta a contatto con influenze musicali che hanno rafforzato ancora di più il mio modo di esprimermi in inglese.

3. La tua musica è folk-country con ispirazione irlandese a americana che arriva dagli anni ‘70, chi ha influenzato la tua preparazione musicale?

Posso dire di essere stata influenzata da moltissimi artisti diversi tra loro, da Patsy Cline della quale ho sempre amato la voce a Willie Nelson, Johnny Cash, Joan Baez, Bonnie Raitt. Mi ha influenzato anche la musica popolare americana e irlandese, tutti i brani tradizionali che ho ascoltato vivendo a Dublino fino ad arrivare a influenze di artiste contemporanee come Rhiannon Giddens, Sierra Ferrell, Sarah Jarosz, Lisa Hannigan. Potrei continuare all’infinito.

4. Nelle tracce, che mantengono un andamento allegro seppur malinconico a tratti, si parla anche di temi profondi. Quali sono gli argomenti delle tue canzoni?

I miei brani toccano temi come l’assenza, la solitudine, la voglia e il diritto di mettersi in gioco, il coraggio, insomma il filo conduttore è come una specie di luce che si accende sugli aspetti più ombrosi per trasformarli in forza interiore.

5. E’ indubbio il valore che il viaggio ha dentro quest’album, non per niente tra le tracce dell’album c’è una cover, come l’hai scelta e che significato ha per te?

Si, l’unica cover che ho scelto è stata appunto di un brano a cui sono molto legata, On the Road again di Willie Nelson, proprio perchè nella sua semplicità è un brano che parla di viaggi, di amici, di voglia di fare, di suonare e ri-mettersi in gioco, tutto ciò risuona moltissimo con i miei desideri e il modo che ho di vedere il mondo.

6. Pensi che in quanto donna, nel mondo musicale, le cose siano più semplici o più complesse per te per qualche motivo?

Io provo sempre a pensare dal punto di vista “umano” in senso generale, ma non posso non ammettere che la donna ancora oggi può sentire e fare tantissima fatica nel ritagliarsi il proprio spazio senza andare incontro a tanti  pregiudizi e giochi di potere.







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