“Il nuovo miglior cantautore norvegese ha raggiunto le intramontabili
qualità di Ryan Adams”
(Stein Ostboe, VG,
Norway)
Nordgarden è un artista
norvegese che proviene dal songwriting
“classico” della vecchia scuola americana. Con radici ben piantate nel
folk, nel blues, nel gospel e nel rock, la ricerca di Nordgarden è
orientata verso belle canzoni melodicamente ispirate, che abbiano una storia da
raccontare, senza tralasciare la loro esecuzione, che dev’essere piena di coraggio
e passione bruciante, nel solco della tradizione di figure imprescindibili
come Bob Dylan, Bruce Springsteen e Neil
Young, fino ad autori più recenti come Elliott
Smith, Ryan Adams e Rufus Wainwright.
La sua vita
cambia radicalmente quando a 14 anni assiste a un concerto di Bruce
Springsteen a Oslo. Dopo aver saltellato su e giù per quattro ore di
puro rock’n’roll fino ad avere i piedi completamente indolenziti, la sua rivelazione
è completa. Come tutti i ragazzi della sua età, cerca un’identità, e lui la
trova in una chitarra e nelle canzoni che scrive nella sua stanza, con cui
prova a capire qualcosa sul mondo confuso che sta fuori. A 18 anni, finite le
superiori, va per un anno a studiare musica alla Sunnhordland Folk High School
a Halsnoy, un’isola a sud di Bergen, al largo della costa occidentale della
Norvegia. E’ un anno di forte impatto: la natura mozzafiato, le ore
interminabili a studiare musica, ma anche la lotta contro la malinconia e la
sensazione di smarrimento.
L’anno seguente si trasferisce a Oslo per il
servizio civile. Lavora in una scuola materna, suonando la chitarra per i
bambini. Alla ricerca di ispirazione, scava affannosamente nella vivace scena
rock di Oslo, dove s’imbatte in un nuovo eroe: Elliott Smith, che vede suonare pochi anni prima della sua morte
prematura. Fortemente ispirato, Nordgarden inizia a suonare in concerti
improvvisati nei bar degli studenti e inizia a imparare l’arte dell’esibizione
dal vivo. Successivamente, scrive la canzone “The Gift Of Song”, dedicandola
a Elliott Smith.
Volendo scappare dalla Norvegia, che trova noiosa nel suo equilibrio
eccessivo, l’anno seguente si trasferisce a Bologna per esplorare
l’avventuroso caos dell’Italia. S’innamora subito della gente, della
cultura, dello stile di vita, del ritmo. Suona spesso in via Zamboni. E’ sulla
strada che stringe amicizie e racimola denaro. Questo lo porta a suonare a un
concerto a Firenze, dove conosce la fidanzata di Paolo Benvegnù. Da lì a poco Benvegnù ascolta una demo di
Nordgarden e ne capisce immediatamente il talento. In meno di un anno i due
realizzano la pre-produzione e la registrazione del primo album “Terje Nordgarden” (StoutMusic – 2003),
che riceve ottime recensioni e molta attenzione da parte della stampa italiana.
Nordgarden inizia un tour e diventa parte della scena alternativa italiana.
Tornato ad Oslo qualche anno dopo, deve sottoporsi a un intervento
chirurgico per rimuovere una cisti che gli impedisce di cantare. L’operazione
lo rallenta per un anno, ma gli dà anche la giusta ispirazione e un nuovo modo
di considerare il canto, spingendolo a lavorare più duramente che mai e a solo
un anno dall’operazione pubblica il suo secondo album “A Brighter Kind Of Blue” (Grappa 2006), che riceve una standing ovation dalla stampa norvegese.
Prodotto insieme al trombettista Peder Oiseth (Palace of Pleasure, Mira Craig
ecc), è un disco acustico solista che si rifà a classici come “Pink Moon” di Nick Drake e “Nebraska” di
Bruce Springsteen, ma con tratti più luminosi e soprattutto la sua “nuova”
voce, che forte e chiara è l’elemento centrale dell’album.
Nel 2008 Nordgarden comincia a muoversi senza una casa discografica e
realizza la sua prima produzione indipendente. Influenzato dall’etica del “Do
It Yourself” e stanco di non guadagnare niente, questa volta fa tutto da sé,
registrando al Cabin Recorders (Jaga Jazzist, Thom Hell), uno studio di amici
ad Oslo. Il risultato è “The Path Of
Love” (GDN 2008), che esce per la sua etichetta GDN Records. L’album contiene canzoni intense e piene di nostalgia,
prodotte con una full band e
arrangiate al pianoforte nello stile di Roy
Bittan. Il nuovo lavoro gli vale larghi cenni di assenso da parte della
stampa norvegese, olandese e italiana, e gli permette di iniziare un tour di
dimensioni europee che dura più di due anni.
Nel 2012 Nordgarden ricomincia da dove tutto era iniziato, alle radici
della musica americana che lo ha ispirato per tutto questi anni. A febbraio
2012 pubblica “You Gotta Get Ready”.
L’album ottiene grandi recensioni dalla stampa in Norvegia e in Italia, dove entra
nella programmazione radiofonica nazionale (Radio Deejay). Ancora una volta
inizia un tour senza sosta che per la prima volta tocca anche le zone
settentrionali della Norvegia.
Nel 2013 esce il suo primo album in italiano “DIECI”, come gli anni passati dal suo album d’esordio
pubblicato appunto nel 2003. Il disco contiene 10 canzoni di dieci artisti
italiani diversi a cui vuole rendere omaggio, così come vuole omaggiare
l’Italia, la sua seconda casa.
Il 2014 è un anno record con più di 140 concerti in giro per
l’Europa, di cui 100 solo in Italia. Nordgarden pubblica la sua prima
canzone di Natale – “A Merry Old
Christmas”, che raggiunge la sua cifra più alta di ascolti su Spotify: più
di 200.000.
Nel 2015 esce il suo album dal vivo “Live in Dresden”, un concerto solista
registrato nella splendida cornice della Dreikonigskirche di Dresda
Il 2016 vede l’uscita di “Tears All Over Town” e “You Must
Be the Change”, due singoli che finiscono entrambi in high rotation sulla radio norvegese NRK P1.
Nel 2017, il nuovo
album “Changes” è finalmente pronto. Uscirà a fine settembre in formato
digitale, in CD e in vinile per GDN Records.
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