giovedì 24 maggio 2018

Il 1968 in musica ( prima parte )

Nell'anno delle grandi contestazioni hanno debuttato gruppi e cantanti che sarebbero poi diventati leggende: ecco i dischi del '68 che  hanno fatto la storia della musica rock.
 
 
 
Creedence Clearwater Revival: è il titolo del primo disco e il nome di uno dei gruppi di maggior successo degli anni Sessanta e Settanta negli Usa e non solo. Anche se "nativo" della California, il gruppo inizia a disegnarsi un'immagine di abitanti del profondo sud degli Usa, suonando una specie di "rock delle radici" caratterizzato da una vocalità roca e minacciosa. Le canzoni più famose del disco sono cover di altri artisti, come Suzie Q, che dura quasi nove minuti, o I put a spell on you. I pezzi del chitarrista John Fogerty suggeriscono come la sua visione della realtà sia più oscura e minacciosa dei ragazzi della "summer of love" (i californiani), una visione sottolineata ancora di più nei dischi successivi, come Bayou country o Green river, o in pezzi come Bad Moon Rising.
 
 
CONTINUA A LEGGERE >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>


 
 
 
Fleetwood Mac: Peter Green's Fleetwood Mac è il debutto discografico di un gruppo che ha fatto la storia del rock passando per molti stili e approcci. Il fondatore del gruppo, Peter Green, era un chitarrista famoso, al tempo, per aver sostituito Eric Clapton in una band molto nota. Green forma un gruppo con un altro chitarrista, basso e batteria. I pezzi sono cover o risentono profondamente della nuova influenza del blues americano, ma la chitarra e la voce di Green sono particolari e il disco ebbe un grosso successo in Inghilterra. A causa della instabilità del fondatore, il gruppo prese nei dischi successivi una direzione un più pop.
 
 
 
 Pink Floyd: A Saucerful of Secrets è il secondo album in studio della famosissima band inglese. L'importanza del disco sta nel passaggio di consegne tra i due chitarristi, il fondatore Syd Barrett e il nuovo membro David Gilmour. Il primo è presente solo in alcuni brani, tra cui Set the Controls for the Heart of the Sun, del bassista Roger Waters, che riprende approcci e temi "astronomici" del disco precedente, The piper at the gates of dawn. L'abbandono di Barrett è dovuto al deterioramento del suo stato di salute mentale dovuto all'uso di droghe pesanti. Il disco è un momento di passaggio dai primi Floyd a quelli, di maggior successo ma meno curiosi e immaginifici, degli anni successivi.
 
 
 
 James Taylor: è anche il titolo del primo album del cantautore statunitense, uscito su etichetta Apple (quella dei Beatles). I brani sono già caratterizzati dalla voce morbida e dal peculiare stile chitarristico di Taylor, che prefigurava l'approccio intimista usato poi da altri artisti negli anni Settanta. Alcune canzoni sono ancora oggi considerate piccoli capolavori (come Carolina on my mind o Something in the way she moves, da cui prese ispirazione George Harrison per la sua Something). Da quel disco, anche se vendette poco, prese il via la carriera di Taylor, che divenne molto famoso alcuni anni dopo con Sweet Baby James o Mud Slide Slim and the Blue Horizon.
 

 
 
 Joni Mitchell: Song to a seagull è il primo disco della straordinaria cantautrice canadese trapiantata in California: anche se lo stile è ancora acerbo, si notano già le qualità della Mitchell. Il disco, prodotto dal cantautore americano David Crosby, è stato suonato quasi tutto da Joni Mitchell. Le canzoni nell'album non sono famose come quelle dei dischi successivi (Clouds, Ladies of the canyon e soprattutto Blue), ma fanno intuire la grandezza di quella che per molti critici è stata una delle più grandi cantautrici americane.
 
 
 
 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento