mercoledì 14 maggio 2025

IL BEFOLKO biografia artista

 House concert 24 maggio 2025 



Il Befolko, dal 2015, è la creatura musicale del cantautore-polistrumentista napoletano Roberto Guardi (1992), percussionista nel fortunato esordio “ 'O vicolo 'e 'll'alleria” (2014) dei La Maschera, bassista dal 2023 del progetto A Smile From Godzilla e batterista in svariate formazioni napoletane.
La sua musica, divisa tra il folk west-coast anni '70 e la lingua napoletana, si caratterizza per i molti arpeggi, per una spiccata vena malinconica, intima e delicata, e per una testualità profonda e riflessiva. Le sue esibizioni si svolgono quasi graziosamente chitarra e voce, con le canzoni intervallate ed accompagnate da un ricco storytelling che si nutre di racconti e aneddoti.
I tre album rilasciati tra 2017 e 2024 (“Isola Metropoli”, lo strumentale “Giocodelsilenzio” e “Puoi rimanere appannato?'”) gli sono valsi quasi 60 concerti in tutta la penisola e oltre 200 nella propria regione.
Nel 2019 ha partecipato al Reset Festival di Torino, selezionato tra i migliori progetti emergenti nazionali, nel 2021 è arrivato tra i quattro finalisti campani di Arezzo Wave e nello stesso anno due suoi brani (“ 'A cuntrora” e “Almeno pe' stasera”) sono stati selezionati per la colonna sonora del film “La Santa Piccola”, che ha partecipato alla Biennale di Venezia e che attualmente è disponibile su Netflix.
Ha partecipato a festival e premi regionali e nazionali, ha collaborato con la band messinese La stanza della nonna, con il cantautore romano Riccardo Pasquarella (con il quale ha rilasciato l'album "Core" nel 2024) e ha aperto concerti di Carmelo Pipitone (ex Marta sui tubi), Francesco Di Bella (24 Grana), Gnut, Alessio Bondì, Buzzy Lao, La Terza Classe, Blindur, Little Pieces of Marmalade e La Municipal.
Il 9 maggio 2025, per festeggiare i dieci anni di attività, pubblicherà l'EP "Ics", a cui seguirà un nuovo tour nazionale che lo condurrà, tra le altre città, a Milano, Genova, Roma e Catania.

In house concert a Vasto il 24 maggio 2025 










venerdì 9 maggio 2025

Eugenio Bennato “Musica del Mondo”

 Raccolta di dodici brani che custodiscono l’essenza della musica popolare


Il 10 gennaio Eugenio Bennato è tornato con un nuovo disco dal titolo “Musica del Mondo” (etichetta Sponda Sud), un lavoro che porta avanti le esperienze musicali che il cantautore e musicista di origini napoletane ha sposato ormai da parecchi decenni. Un album che testimonia un lungo percorso che, in questi anni, è diventato l’ossatura dei suoi concerti live. Molte delle atmosfere sonore di questo nuovo disco, composto da 12 tracce variegate – dalle ballate alle tarantelle riviste -, erano già parte degli spettacoli che Bennato ha portato in giro per l’Italia. Il nostro live report lo aveva testimoniato, sottolineando come Eugenio Bennato sia fra i pochi artisti, oggi, in grado di raccontare un Sud diverso – tanto reale quanto concreto – da quello che alcuni suoi colleghi sono soliti cantare.

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lunedì 5 maggio 2025

Mogwai - recensione

 Ancora una volta i MOGWAI ci hanno realato un disco di grande qualità


Dopo il successo ottenuto con “As The Love Continues” del 2021, che gli è valso il primo posto nelle classifiche di vendita nel Regno Unito, i Mogwai aprono il loro trentesimo anno di attività con un disco di pregevole fattura che ne consolida il loro status di punta di diamante del rock scozzese e britannico in generale.
Il loro undicesimo album in studio, escluse le colonne sonore o le compilation, intitolato The Bad Fire, nasce dalle canzoni scritte in prevalenza da Barry Burns, dopo aver vissuto un periodo straziante vedendo sua figlia soffrire di una grave malattia, per fortuna ora risolta. A Glasgow, “the bad fire” è un termine della classe operaia che indica l’inferno, e forse meglio di ogni altro termine può sintetizzare l’esperienza dolorosa vissuta da Burns, ma che non si è tradotto in un album cupo, se non in alcuni passaggi messi al centro del disco in special modo nel brano “If You Find This World Bad, You Should See Some Of The Others”.

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domenica 4 maggio 2025

Papa Francesco e la guerra, fino alla fine il suo no al riarmo

 I suoi dodici anni di pontificato di Bergoglio sono densi di interventi dai quali emerge un rifiuto netto dei conflitti e della corsa agli armamenti. Forte e quanto mai attuale anche il magistero sul riarmo atomico


È stato il suo lascito, il suo ultimo grido al mondo. Lui, profeta inascoltato reso quasi afono dalla malattia, ha voluto gridare al mondo il suo messaggio di pace. Il suo messaggio contro la folle corsa agli armamenti che sottrae risorse da impiegare per il bene dei popoli e le investe in strumenti di morte e distruzione. «Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo!», ha detto Papa Francesco nell’Urbi et Orbi della domenica di Pasqua 2025: «L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo […]. Faccio appello a tutti quanti nel mondo hanno responsabilità politiche a non cedere alla logica della paura che chiude, ma a usare le risorse a disposizione per aiutare i bisognosi, combattere la fame e favorire iniziative che promuovano lo sviluppo. Sono queste le “armi” della pace: quelle che costruiscono il futuro, invece di seminare morte!».

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giovedì 1 maggio 2025

Quando la musica faceva le barricate contro la Lady di ferro

 L'11 febbraio di 40 anni usciva "Meat Is Murder", l'album più smaccatamente politico degli Smiths. Erano gli anni 80 della Thatcher del neoliberismo sfrenato, degli yuppies, ma c'era chi diceva no. Ora la generazione Zen li riscopre

L’11 febbraio 2025 si festeggiano i 40 anni di Meat Is Murder, l’album più smaccatamente politico degli Smiths, a partire dalla copertina, che prende un fotogramma del documentario sul Vietnam In the Year of the Pig e cambia il motto sul casco del soldato: da “Make Love Not War” a “Meat is Murder”. È un album anti-monarchico, contro le istituzioni. Una fotografia della tragica, caustica Inghilterra di metà anni Ottanta. Un disco che arriva al primo posto, contribuendo alla sensibilizzazione sul tema della macellazione animale e della paura nucleare, influenzando un’intera generazione di giovani, ancora più protagonisti della controcultura britannica perché il gruppo si fece portavoce delle loro battaglie, del loro attivismo. Tuffiamoci in quegli anni con il libro di Fernando Rennis, Charming men (Nottetempo)



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