domenica 9 novembre 2025

canzoni

 

Paint It, Black - The Rolling Stones (1966)




In una Londra battuta dalla pioggia e paralizzata dal traffico, in un albergo chiamato Mandarin Hotel, Mick Jagger mi offriva tramezzini al tonno e tè al limone, accostamento azzardato, per non dire improbabile. Però era Mick Jagger e io non ho detto no. Tra le tante cose che disse quel pomeriggio, una mi rimase impressa: «Una volta eravamo giovani e stupidi, ora siamo solo stupidi», che al di là della battuta, a me sembra un bel modo per dire che gli anni sono passati, ma il senso del vagare tra le lande del rock rimane più o meno lo stesso.
Ribellione, rabbia, ma anche divertimento e sesso, trasgressione e provocazione, questi sono stati gli Stones. Leggenda (loro) e leggende (quelle che da sempre circondano la band).
Nel febbraio del 2017, John Blake, un editore londinese, ha affermato di aver ritrovato un'autobio-grafia scritta da Mick Jagger negli anni ottanta e che il cantante delle Pietre Rotolanti aveva poi deciso di non pubblicare. Così, Blake si è messo nuovamente in contatto con Jagger per convincerlo a ripensarci.
La reazione di Mick è stata grandiosa: «Quale auto-biografia?». Non ricordava nemmeno di averla scritta.
Forse Jagger non ha voluto essere da meno del suo sodale Keith Richards, convinto assertore della teoria che se davvero hai vissuto gli anni sessanta, con tutti i loro eccessi e follie, non sei in grado di raccontarlo, perché eri troppo fuori di testa per ricordare.